Terracina New Harbour

 

L’idea guida del progetto del nuovo Porto di Terracina nasce dalla volontà, da un lato di far rileggere l’antico impianto portuale, creando una cerniera architettonica tra il nuovo e l’antico, e dall’altro di andare a realizzare un ambito urbano in grado di connettersi al tessuto urbano consolidato, proponendosi come nuovo centro vitale della città di Terracina.
Raccogliendo la geometria dell’antico porto, il nuovo molo foraneo si presenta con una forma circolare, allargata rispetto alla attuale linea di costa che, nel rispetto delle antiche preesistenze archeologiche, si protende a mare fino all’attuale testata del molo esistente; di fatto il prolungamento non supererà l’aggetto a mare dell’attuale molo di sopra-flutto, non verranno toccate né le aree occupate dall’antico porto romano né il molo Gregoriano. Tali strutture verranno recuperate e valorizzate, diventando parte integrante e punti di forza del progetto stesso.
Il disegno che ne è scaturito, rappresenta l’unione di due cerchi (quello storico e quello contemporaneo) con centri sfalsati e diametri diversi che si intersecano tra loro, quasi a simboleggiare il vecchio ed il nuovo che si fondono tra loro conferendo solidità e continuità all’intera area urbana.

Il disegno planimetrico del porto

Se la scelta della configurazione portuale e dell’ubicazione del nuovo porto è frutto di verifiche e studi idraulici e marittimi, il disegno planimetrico deriva dall’idea che il nuovo bacino dovesse rispettare e richiamare la conformazione dell’antico porto romano nell’intenzione di far rileggere, da un lato, l’antico impianto portuale, creando una cerniera architettonica tra il nuovo e l’antico, e dall’altro di trovare un nuovo modo di connettersi con la città consolidata.

La lettura del tessuto urbano e storico di Terracina ha costituito la base del tracciato regolatore del progetto che ha guidato la composizione delle aree interne del porto e ci ha permesso di individuare gli elementi di connessione fisici e visivi da poter utilizzare al fine di connettere l’intervento con la città e la sua storia.

Il primo elemento riguarda il “peso” compositivo che l’area di progetto avrebbe dovuto assumere all’interno di un sistema che, seppur degradato , era già consolidato; dalla foto satellitare si vede chiaramente come l’area di progetto si trova inserita all’interno di un triangolo invisibile i cui vertici sono individuati dalla Spiaggia di Levante, a ridosso del Pisco Montano e dalla collina del Montuno, per cui la dimensione dell’intervento si sarebbe dovuta confrontare con questi due “pesi” preesistenti, avrebbe cioè dovuto assumere dimensioni analoghe.
Un altro elemento importante riguarda il limite dell’intervento verso terra; si doveva trovare un modo per relazionare l’area di progetto con il contesto. Con l’ausilio dell’immagine satellitare si nota come l’attuale “limite” del Borgo Pio, verso mare, è individuato da un asse forte che, oltrepassando il canale di Navigazione, diviene il nostro confine di progetto verso terra. Il vecchio limite della città verso mare diventerà l’asse di congiunzione tra il quartiere del porto e la città: una specie di cerniera individuata da un parco lineare su cui si agganciano varie funzioni, private e pubbliche, e che permette, attraverso la realizzazione di un ponte pedonale “abitato” di oltrepassare facilmente il canale di navigazione.
Data la vocazione portuale del canale di navigazione, il sopraccitato ponte pedonale è stato previsto con un sistema di apertura che renda possibile il passaggio delle imbarcazioni, almeno fino alla darsena esistente. L’asse di progetto collegherebbe la nuova piazza del porto con la nuova piazza urbana sul mare.
Tale asse oltrepassa il limite di costa e diventa una passeggiata “sospesa” sull’acqua, un pontile su pali che ospita sulla testata un ristorante panoramico da cui si può osservare tutta la falcata della spiaggia fino al Circeo.
All’interno dell’area di progetto, sfruttando gli assi visivi determinati dal posizionamento del tempio (Nord-Sud) e del suo basamento, si sono individuate due zone importanti; la prima caratterizzata dal posizionamento della Torre di Controllo, sulla testata del nuovo molo adiacente a quello Gregoriano, e la seconda da una piazza panoramica sul porto e sul tempio stesso.

L’obiettivo è quello di realizzare una organismo portuale ed urbano che possa funzionare durante tutto l’anno, come nuovo polo vitale della città, definendo e differenziano tutti quegli ambiti che caratterizzano un luogo urbano prima ancora che portuale.

La piazza del porto, in diretto contatto con il parco urbano, rappresenta lo spazio pulsante del progetto: il punto di ritrovo che si articola intorno al segno circolare dell’antico molo del porto romano.

Il molo rappresenta la continuazione della piazza verso il porto; è costituito da una struttura di copertura dei parcheggi che declina dolcemente verso la banchina di attracco, formando un singolare luogo di passeggiata e sosta da cui poter osservare il mare, il porto, la città, il Pisco montano e il Monte S.Angelo.
Sopra questa passeggiata in quota sono previste, con un ritmo irregolare, una serie di attività commerciali e di ristorazione all’interno di elementi architettonici ispirati alla tipologia dei “trabocchi”.

 

Location:        	Terracina, (LT) Italy
Client:     		Terracina Town Hall
Project:    	F. Barilari, A. Barilari (FBA) + P. F. Capolei, (CAPOLEI CAVALLI) -ARCHITECTURE AND URBAN
         	        A. Noli, M. Tartaglini (MODIMAR) + M. Vitellozzi, L. Abbadessa (SEACON) - ENGINEERING
Program:      	Urban Planning, New Harbour, Technical harbour and areas, Parking Buildings, Public spaces, 
         	        Exhibitions areas.
Collaborators:  K. Nathan, B. Savignano O. Dani
Area:        	186500 sqm - 800 boats
Date:               2007-2008 Preliminary project completed

 

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- Compasses  011/2010